L’IVA è un’imposta indiretta[1], ossia colpisce la ricchezza nel momento in cui è trasferita o consumata, trasferendosi in una serie di passaggi fino all’acquirente finale e differenziando i prezzi netti per il produttore da quelli pagati dal consumatore. Altri esempi italiani di imposte indirette, valide a tutt’oggi sono: le accise, l’imposta ipotecaria, l’imposta catastale, l’imposta di bollo, l’imposta sulla pubblicità, l’imposta di registro. L’IVA, ad ogni passaggio coinvolge tre soggetti: il fornitore che la addebita al cliente in maniera proporzionale al prezzo e la trattiene per riversarla all’erario al netto dell’imposta pagata sugli acquisti, l’acquirente che la paga insieme al prezzo e che, se è consumatore finale, non può detrarla, il fisco che riceve dai fornitori intermedi i versamenti di loro spettanza. Tecnicamente l’IVA è definibile anche come una Imposta plurifase, non cumulativa, diretta a tassare i consumi, quali manifestazione indiretta di capacità economica: colpisce i beni e i servizi destinati al consumo attraverso l’imposizione nelle varie fasi degli scambi, con il metodo del Valore Aggiunto.
L’Imposta interessa l’Ente pubblico quando questi fornisce servizi o cede beni, effettuando operazioni oggettivamente rilevanti, non agendo necessariamente in forma di impresa, ma pur ricavando corrispettivi in modo abituale e continuativo.
Per un Ente pubblico non commerciale l’IVA è attivata dalla presenza di vendite da cui deriva l’obbligo di assoggettarsi un debito di imposta in modo simile a quanto vale per le imprese private. Per questo tipo di enti tuttavia l’Imposta diventa un’opportunità che permette di ottenere risparmi su alcune opere e produrre crediti di imposta, facilmente spendibili in compensazione con altri tributi, imposte, tasse, contributi.
Per capire bene le corrette forme di gestione dell’imposta è generalmente importante leggere attentamente ed in modo completo il testo della norma istitutiva nazionale, il D.P.R. n.633 del 1972. Si tratta infatti di una legge estremamente dettagliata, con forti contenuti dispositivi che la sottraggono ai normali concetti di genericità e astrattezza che comunemente il Diritto Italiano attribuisce ai suoi strumenti legislativi. Quasi sempre la prassi comune (Risoluzioni e Circolari) e la giurisprudenza, forniscono interpretazioni correlate direttamente a specifiche parti del Decreto.
[1] Sono indirette le imposte che colpiscono la ricchezza nel momento in cui viene trasferita (es. la vendita di un bene) o viene consumata, mentre sono dirette le imposte che colpiscono la ricchezza, quando questa esiste già come un bene (es. il patrimonio) o quando viene prodotta con un servizio o una prestazione (il reddito) [Wikipedia IT].