Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato predisposto dalla UE e mira a riparare gli effetti economici e sociali della crisi pandemica, affrontare le debolezze strutturali dell'economia italiana e guidare il paese verso una transizione ecologica e ambientale. Esso si basa su tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Il PNRR svolgerà un ruolo significativo nel ridurre le disparità territoriali, generazionali e di genere.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) fa parte del programma Next Generation EU (NGEU), un pacchetto di misure economiche e finanziarie adottato dall'Unione Europea per affrontare la crisi pandemica. Il NGEU è costituito da un fondo di 750 miliardi di euro, di cui circa la metà è destinata a sovvenzioni. La componente principale del NGEU è il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (Recovery and Resilience Facility, RRF), che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e un totale di 672,5 miliardi di euro (312,5 miliardi in sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti a tassi agevolati).
All'interno del piano nazionale italiano, sono destinati 82 miliardi di euro al Mezzogiorno, su un totale di 206 miliardi che vengono suddivisi in base ai criteri territoriali (rappresentando così il 40% del totale). Inoltre, è previsto un investimento significativo nei giovani e nelle donne.
Enti attuatori sono Stato, Comuni e Regioni, nonché le loro articolazioni o appendici. Nelle regioni si è scelto di nominare le ASL e le aziende ospedaliere quali enti attuatori delegati.
Italia Domani è il Piano di Ripresa e Resilienza presentato dall'Italia, che prevede investimenti e un coerente pacchetto di riforme. Sono stati destinati 191,5 miliardi di euro tramite il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 30,6 miliardi tramite il Fondo complementare istituito con il Decreto Legge n.59 del 6 maggio 2021, utilizzando lo scostamento pluriennale di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri. Il totale dei fondi previsti ammonta a 222,1 miliardi di euro. Inoltre, entro il 2032, sono stati stanziati ulteriori 26 miliardi di euro per progetti specifici e per reintegrare le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione. Complessivamente, saranno disponibili circa 248 miliardi di euro. A queste risorse si aggiungono i fondi resi disponibili dal programma REACT-EU, che, come previsto dalla normativa UE, saranno spesi tra il 2021 e il 2023 e ammontano a 13 miliardi di euro aggiuntivi.
In Italia il PNRR si articola in sei missioni:
In linea generale sono previste opere, investimenti tecnologici e servizi. tutto questo deve inoltre seguire i programmi iniziali, realizzando quanto previsto dai cronoprogrammi. Occorre quindi restare nei tempi e nei limiti di spesa. Senza il rispetto dell'esatta sequenza di compimento, i fondi non possono essere svincolati dalla UE. Diventa quindi vitale scegliere fornitori e partner assolutamente affidabili ed efficaci. Gli enti pubblici, alle prese con l'ammontare di spesa straordinaria, più alto da oltre 70 anni, devono cercare senza esitazioni in primis l'efficacia, quindi l'efficienza economica. Fare gare a risparmio mette colpevolmente a rischio i raggiungimenti degli obiettivi.
Esempi di partnership del privato agli enti per il PNRR
Un esempio molto chiaro, per chi frequenta le nostre pagine è il set di servizi e prodotti che il Gruppo Kibernetes ha predisposto per portare efficacemente gli enti pubblici, al raggiungimento dei loro obiettivi PNRR, relativi alla Missione 1.