L’IVA, acronimo di Imposta sul Valore Aggiunto, segue le prescrizioni delle direttive europee in materia di armonizzazione delle imposte. Dal 01/01/1978 la Direttiva 77/388/CEE, del 17/05/1977, conosciuta come Sesta Direttiva, ha armonizzato le legislazioni degli Stati membri della Comunità Economica Europea, relative alle imposte sul valore aggiunto, imponendo una base imponibile uniforme. Dal 2007 la Direttiva 2006/112/CEE, del 28/11/2006, meglio conosciuta come Direttiva IVA, riscrive la norma IVA europea in un nuovo insieme organico. Non ultimo è da considerare il Regolamento (UE) n. 282/2011 del Consiglio dell'Unione Europea con le disposizioni attuative per l'applicazione della Direttiva 2006/112/CE e le linee guida dettagliate su aliquota IVA e sull'applicazione dell'Imposta in tutti i paesi membri dell'UE.
L'IVA interessa gli enti pubblici in diversi modi:
L’IVA scatta obbligatoriamente per le operazioni di cessione di beni e prestazioni di servizi effettuate nell’esercizio di impresa o di lavoro autonomo. Il testo normativo nazionale di riferimento per l'Imposta sul valore aggiunto è il D.P.R. n.633/1972.
Diversi concetti sono importanti nel trattare quest'imposta così attentamente presidiata nei controlli dell'Agenzia delle entrate. L'Imposta si calcola moltiplicando l'aliquota IVA propria, dell'operazione, al valore della transazione (bene o servizio).
Nell'ambito degli enti non commerciali, macro categoria che contiene tutti gli enti pubblici non commerciali, la gran parte delle attività è svolta al di fuori del regime di commercialità IVA: le relative operazioni sono per questo definite fuori campo IVA.